Villa Falconieri

L’INVALSI e la valutazione del sistema scolastico italiano

di Antonio Pileggi

Sommario

  1. L’evoluzione normativa riguardante l’INVALSI
  2. Cenni sul dibattito politico-culturale in materia di valutazione del sistema scolastico
  3. Fonti legislative
  4. Fonti regolamentari
  5. Direttive del Ministro
  6. Circolari

Brevi approfondimenti

  1. Quadro sinottico della struttura INVALSI per come emerge dalle attuali (a tutto il 2007) norme regolamentari: clicca qui per il quadro sinottico
  2. Le principali partecipazioni dell’INVALSI a iniziative internazionali di valutazione
  3. Sintesi del “Quaderno bianco” scaricata dal sito del Ministero del Ministero della Pubblica Istruzione

1)  L’evoluzione normativa riguardante l’INVALSI

L’INVALSI è un Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico. E’ soggetto alla vigilanza del Ministero della Pubblica Istruzione che individua le priorità strategiche delle quali l’Istituto tiene conto per programmare la propria attività. La valutazione delle priorità tecnico-scientifiche è riservata all’Istituto.

In un lungo e costante processo di trasformazione, l’INVALSI ha raccolto l’eredità del Centro Europeo dell’Educazione (CEDE) che venne istituito durante la stagione dei decreti delegati nei primi anni settanta del secolo scorso.

Il cambio di nome e di funzioni, in un trentennio, ha i seguenti tre connotati disegnati, quanto alla fonte normativa, dal DPR n. 419 dell’anno 1974 e dai due decreti legislativi, il n. 258 del 1999 (dopo 25 anni del predetto DPR 419) e il n. 286 del 2004 (dopo 30 anni):

  1. CEDE, Centro Europeo dell’Educazione, istituito con DPR del 31 maggio 1974, n. 41
  2. INVALSI, Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione, che nasce come trasformazione del CEDE attraverso il decreto legislativo del 20 luglio 1999, n. 258;
  3. INVALSI Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo dell’Istruzione e della Formazione, che nasce come riordino del precedente istituto a seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo del 19 novembre 2004, n. 286.

C’è comunque da menzionare che, con Direttiva ministeriale n. 307 del 21 maggio 1997, venne istituito il SNQI Servizio Nazionale per la Qualità dell’Istruzione operante all’interno del CEDE come soluzione ponte in attesa della riforma del medesimo Istituto che poi assumerà il nome di INVALSI.

Dalla fine di dicembre 2006 al Novembre 2007, cioè in poco meno di un anno, sono stati realizzati quattro significativi interventi legislativi

  1. la Legge finanziaria n. 296/2006, art. 1, commi 612/615;
  2. la Legge n. 1/2007;
  3. il Decreto Legge 7 settembre 2007, n. 147;
  4. La Legge 25 ottobre 2007, n, 176 di conversione, con modificazioni, del precedente D.L. 147/2007;

Le quattro leggi appena citate stabiliscono nuove norme che riguardano l’INVALSI sia sotto il profilo strutturale che in quello funzionale. In particolare, si introducono o si ridefiniscono 7 importanti aspetti:

  1. un nuovo assetto finalizzato alla qualificazione scientifica, al potenziamento e all’autonomia dell’Istituto;
  2. le rilevazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto realizzato dalle scuole;
  3. l’effettuazione di verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti, di norma, alla classe seconda e quinta della scuola primaria, alla prima e terza classe della scuola secondaria di I grado e alla seconda e quinta classe del secondo ciclo;
  4. l’introduzione della nuova prova scritta nell’esame di Stato del terzo anno della scuola secondaria di primo grado;
  5. la valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti a conclusione dei percorsi dell’istruzione secondaria superiore;
  6. compiti in materia di esami di Stato di secondo grado;
  7. compiti in materia di valutazione dei dirigenti scolastici.

La legislazione vigente consente di enucleare e riassumere, in 10 punti, un ben definito quadro di insieme in cui l’INVALSI, quale Ente di ricerca preposto alla valutazione del sistema scolastico italiano:

  1. effettua verifiche periodiche e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva dell’offerta formativa delle istituzioni di istruzione e di istruzione e formazione professionale, anche nel contesto dell’apprendimento permanente; in particolare gestisce il Sistema Nazionale di Valutazione (SNV);
  2. studia le cause dell’insuccesso e della dispersione scolastica con riferimento al contesto sociale ed alle tipologie dell’offerta formativa;
  1. predispone annualmente i testi della nuova prova scritta, a carattere nazionale, volta a verificare i livelli generali e specifici di apprendimento conseguiti dagli studenti nell’esame di Stato al terzo anno della scuola secondaria di primo grado;
  2. predispone modelli da porre a disposizione delle autonomie scolastiche ai fini dell’elaborazione della terza prova a conclusione dei percorsi dell’istruzione secondaria superiore;
  3. provvede alla valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti a conclusione dei percorsi dell’istruzione secondaria superiore, utilizzando le prove scritte degli esami di Stato secondo criteri e modalità coerenti con quelli applicati a livello internazionale per garantirne la comparabilità;
  4. fornisce supporto e assistenza tecnica all’amministrazione scolastica, alle regioni, agli enti territoriali, e alle singole istituzioni scolastiche e formative per la realizzazione di autonome iniziative di monitoraggio, valutazione e autovalutazione;
  5. svolge attività di formazione del personale docente e dirigente della scuola, connessa ai processi di valutazione e di autovalutazione delle istituzioni scolastiche;
  6. svolge attività di ricerca, sia su propria iniziativa che su mandato di enti pubblici e privati;
  7. assicura la partecipazione italiana a progetti di ricerca europea e internazionale in campo valutativo, rappresentando il Paese negli organismi competenti;
  8. formula proposte per la piena attuazione del sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, definisce le procedure da seguire per la loro valutazione, formula proposte per la formazione dei componenti del team di valutazione e realizza il monitoraggio sullo sviluppo e sugli esiti del sistema di valutazione.

Biblioteca

A supporto delle proprie attività istituzionali, l’INVALSI si avvale della Biblioteca, che cura la raccolta di materiale bibliografico nell’ambito delle scienze dell’educazione, con una particolare attenzione agli aspetti della valutazione. Parte integrante della Biblioteca è l’emeroteca, con una ricca collezione di riviste specialistiche ed un posseduto storico di rilievo nazionale.

2)  Cenni sul dibattito politico-culturale che ha portato alla costituzione di un sistema di valutazione

Il vasto e profondo dibattito politico-culturale che ha portato alla costituzione di un sistema di valutazione si può così riassumere, in estrema sintesi:

Dall’anno 1990 in poi

Nel 1990, in occasione della importante Conferenza Nazionale sulla Scuola che fece registrare anche la presenza del Presidente della Repubblica, vengono lanciati due obiettivi innovativi per la scuola italiana: l’autonomia delle istituzioni scolastiche e un correlato sistema di valutazione. Il Censis, su incarico del Ministero della Pubblica Istruzione, presenta uno studio di fattibilità di un Sistema Nazionale di Valutazione anche in riferimento alle soluzioni adottate all’estero. E’ importante notare, al riguardo, che sul versante dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, dopo la Conferenza si sono fatti progressi significativi nel diritto positivo. Infatti, in poco più di un decennio si è passati dalla legislazione ordinaria (Legge 59/1997), alla Legge costituzionale n. 3 del 2001, con la quale l’autonomia delle istituzioni scolastiche assume rilievo costituzionale. Sul versante della valutazione, invece, si è proceduto con difficoltà molteplici e complesse. La stratificazione della produzione legislativa riguardante l’INVALSI e, per ultimo, il “Quaderno bianco della scuola” del 2007, che pone l’attenzione su questo Ente, danno il senso e la misura del come si stia affermando e si stia diffondendo la cultura della valutazione.

Anno 1993

Si fa strada l’esigenza di verificare gli effetti dei miglioramenti introdotti dal contratto collettivo di lavoro dei docenti e vengono chiamati a tali verifiche il CEDE, la BDP (Bibioteca di documentazione pedagogica di Firenze) e gli IRRSAE (Istituti regionali di ricerca) istituiti nel lontano 1974.

Anno 1994

Il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione, all’art. 290, fissa per il CEDE il compito di curare la raccolta, l’elaborazione e la diffusione della documentazione pedagogico-didattica italiana e straniera e di condurre studi e ricerche sugli ordinamenti scolastici di altri Paesi con particolare riguardo a quelli della Comunità europea e sull’attività in campo educativo delle organizzazioni internazionali.
In particolare il CEDE viene chiamato a svolgere studi e ricerche:
a) sulla programmazione e sui costi dei sistemi educativi;
b) sulla educazione permanente ed educazione ricorrente anche con riferimento ai rapporti tra formazione e occupazione;
c) sui problemi dell’apprendimento e della relativa valutazione;
d) sull’innovazione educativa e sull’aggiornamento del personale ispettivo, direttivo e docente; e, sull’impiego delle tecnologie educative.

Anno 1999

Tra le varie funzioni attribuite all’Invalsi, ci sono quelle di valutare l’efficienza e l’efficacia del sistema di istruzione, valutare la soddisfazione dell’utenza e realizzare la promozione della cultura dell’autovalutazione nella scuola. Sono così attivate tre strutture: il SERIS (Servizio di Rilevazione di Sistema) con il compito di studiare a campione gli andamenti degli apprendimenti in determinate aree disciplinari e in alcuni livelli scolastici, l’ADAS (Archivio docimologico per l’autovalutazione delle scuole) per offrire alle scuole strumenti per la costruzione di prove di profitto, l’ONES (Osservatorio Nazionale sugli Esami di Stato) per monitorare l’attuazione della riforma degli esami di Stato ed assistere le commissioni d’esame nella costruzione della terza prova.

Anno 2001

Si avviano i Progetti Pilota, la cui gestione è affidata all’Invalsi, con l’obiettivo di verificare la fattibilità dell’annuale accertamento degli apprendimenti in italiano, matematica e scienze di tutta la popolazione studentesca all’inizio dei cicli biennali.

Anno 2004

Il riordino attribuisce al nuovo Invalsi la gestione del Servizio Nazionale di Valutazione (SNV), in collaborazione con le istituzioni scolastiche e formative e con le Regioni, le Province e i Comuni attraverso sistematici accertamenti degli apprendimenti di tutti gli studenti all’inizio dei cicli biennali. L’Istituto è chiamato a svolgere il compito di preparare e gestire le prove nazionali degli esami di stato alla fine dei cicli primario e secondario. Nell’anni scolastico 2004-05 il SNV opera a livello generalizzato, su tutte le scuole del primo ciclo (elementari e medie) in cui è già operante la Riforma della scuola introdotta dalla Legge 53/2003.

Anno 2006

Il Ministro della Pubblica Istruzione, nel presentare le linee del programma del Governo alla VII Commissione della Camera, afferma, relativamente alla valutazione del sistema scolastico: “I dispositivi di valutazione finora attivati, che hanno avuto comunque il pregio di sviluppare una familiarizzazione delle scuole con le tematiche della valutazione, hanno molti limiti: quello, strutturale, di non riferirsi ad obiettivi formativi chiari e condivisi; e anche limiti tecnici intrinseci alle modalità di somministrazione delle prove e ad altri aspetti non secondari. Occorre dunque, contestualmente all’impegno principale – che riguarda l’individuazione degli standard di riferimento dell’attività formativa – rivedere anche alcuni elementi specifici delle tecniche di valutazione. Gli obiettivi da perseguire – lo ripeto per evitare ogni possibile fraintendimento – sono comunque quelli di approdare alla definizione dei criteri scientifici di valutabilità del sistema e delle singole istituzioni scolastiche, anche come supporto all’autovalutazione professionale degli insegnanti. Tutto ciò è propedeutico a qualsiasi altro tipo di valutazione”.

Anno 2007

L’Intesa Governo – Sindacati del 27 Giugno 2007 “per un’azione pubblica a sostegno della conoscenza” ha posto l’obiettivo, riconosciuto prioritario, di migliorare i livelli di qualità, efficienza, efficacia ed equità del sistema pubblico di istruzione, formazione, università, ricerca, accademie e conservatori. Il documento pone in particolare evidenza la funzione dell’INVALSI nel contesto dell’impegno rivolto alla realizzazione di un sistema nazionale di valutazione esterno e autonomo che individui strumenti e metodi di misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti dagli alunni, sostenga e orienti le istituzioni scolastiche nel miglioramento dell’efficacia della propria azione didattica ed educativa, costituisca un punto di riferimento per allocare in modo appropriato la spesa dell’istruzione.

Il “quaderno bianco della scuola”

Con la partecipazione del Presidente del Consiglio dei Ministri, dei due Ministri all’Istruzione e all’ Economia e Finanze e dal vice Ministro PI, viene presentato il “Quaderno bianco della scuola” che analizza i vari aspetti del sistema scolastico italiano e che formula proposte rivolte a realizzare un sistema nazionale di valutazione incentrato sul’INVALSI. Le proposte prevedono due distinte funzioni. La prima che riguarda la necessità di effettuare la rilevazione nazionale di alto livello tecnico sugli apprendimenti. La seconda che richiede un programma permanente di supporto alle scuole per l’analisi e l’utilizzo della valutazione. Il “Quaderno bianco” suggerisce, altresì, il rilancio della ricerca educativa e valutativa in luoghi autonomi e diversi dall’INVALSI e il consolidamento e la diffusione delle pratiche e reti di diagnosi valutative di scuola (autovalutazione). Il Quaderno bianco è pubblicato sia sul sito del MPI che sul sito dell’INVALSI. Dal sito del Ministero della P.I. è scaricabile, altresì, una sintesi degli argomenti che riguardano la valutazione e l’INVALSI.

Da segnalare, tra l’altro, che alcuni suggerimenti in materia di valutazione del sistema scolastico contenuti nel Quaderno bianco hanno trovato immediato accoglimento nel diritto positivo. Si veda, al riguardo, la recentissima Legge 25 ottobre 2007, n, 176 di conversione, con modificazioni, del precedente D.L. 147/2007.

3) Fonti legislative e regolamentari

  • Legge n. 176 – 25 ottobre 2007, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, recante disposizioni urgenti per assicurare l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2007-2008 ed in materia di concorsi per ricercatori universitari.(G. U. n. 250, 26 Ottobre 2007). Scarica il file in formato pdf: Legge n°176
  • D.L. n° 147 – 07 settembre 2007, Disposizioni urgenti per assicurare l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2007-2008 ed in materia di concorsi per ricercatori universitari. Scarica il file in formato pdf: D.L. n° 147
  • Legge n° 1 – 11 gennaio 2007, Disposizioni in materia di esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e delega al Governo in materia di raccordo tra la scuola e le università. Scarica il file in formato pdf: legge n° 1
  • Finanziaria 2007. Disposizioni riguardanti l’Invalsi – (legge n. 296/2006, art. 1, commi 612 – 615). Scarica il file in formato pdf: Legge Finanziaria art.1 commi 612-615
  • Decreto legislativo 19 novembre 2004 n. 286 – Gazzetta Ufficiale N. 282 del 1 Dicembre 2004  Istituzione del Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, nonché riordino dell’omonimo istituto, a norma degli articoli 1 e 3 della legge 28 marzo 2003, n. 53 (G. U. n. 282, 1 Dicembre 2004) Scarica il file in formato pdf: DLgs286.pdf
  • Legge n. 53 – 28 marzo 2003, Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale (G. U. n. 77, 02 Aprile 2003). Scarica il file in formato rtf: Legge 53.rtf
  • Decreto del Presidente della Repubblica 21 settembre 2000, n. 313. Regolamento recante organizzazione dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione, attuativo degli articoli 1 e 3 del decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258. Scarica il file in formato rtf: Decreto 313.rtf
  • Decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258 che dà origine all’INVALSI come trasformazione del CEDE
  • Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297, Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione: l’art. 290 fissa i compiti per il CEDE in materia di studi e ricerche;
  • DPR del 31 maggio 1974, n. 419 che istituisce il CEDE

4)  Regolamenti interni

(scaricabili dal sito web dell’INVALSI)

5)  Direttive

(scaricabili dal sito web dell’INVALSI)

  • Direttiva ministeriale n. 52 del 19 giugno 2007. Registrazione Corte dei Conti 11 luglio 2007 – reg. 5, foglio 293. Scarica il file in formato doc: DIRETTIVA_ANNUALE_2007.doc
  • Direttiva ministeriale 3 agosto 2007, n. 68, relativa alle Nuove indicazioni per il curriculo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione
  • MPI – 25 agosto 2006, Nuova direttiva Invalsi.  Scarica il file in formato pdf: Direttiva_invalsi.pdf
  • MIUR – 13 marzo 2006, Direttiva n. 27. Direttiva annuale per l’anno 2006 Scarica il file in formato rtf: Dir27_0607.rtf
  • MIUR – 6 maggio 2005, Direttiva n. 49. Programmazione delle attività INVALSI per l’anno scolastico 2005-2006. Scarica il file in formato rtf: Direttiva 49.rtf (948 Kilobyte)
    Scarica il file in formato rtf compresso: Direttiva 49.zip (84 Kilobyte)
  • MIUR – 6 maggio 2005, Direttiva n. 48 Programmazione triennale delle attività INVALSI
    Scarica il file in formato rtf: Direttiva 48.rtf (855 Kilobyte)
    Scarica il file in formato rtf compresso: Direttiva 48.zip (59 Kilobyte)
  • Direttiva n. 56 del 12 luglio 2004 Scarica il file in formato rtf: Direttiva 56.rtf

6) Circolari

  • MPI – Circolare prot.n. Int/3425/5 – 17 maggio 2007, Programmazione dei Fondi Strutturali e Fondo Aree sottoutilizzate 2007-2013 – Linee di programmazione – Avvio dei processi di valutazione. Scarica il file in formato pdf: circolare 17 maggio 2007
  • MPI – Circolare n° 69 – 22 novembre 2006, Servizio nazionale di valutazione – rilevazione degli apprendimenti e di sistema – anno scolastico 2006-2007 Scarica il file in formato pdf: circolare n° 69

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Brevi approfondimenti:

  1. Quadro sinottico della struttura INVALSI per come emerge dalle attuali (a tutto il 2007) norme regolamentari: clicca qui per il quadro sinottico
  2. Le principali partecipazioni dell’INVALSI a iniziative internazionali di valutazione

L’INVALSI partecipa ai seguenti progetti di ricerca europei e internazionali in campo valutativo:

− Progetto OCSE PISA 2006 (Programme for International Student Assessment), la cui finalità è di accertare le competenze dei quindicenni scolarizzati. Il PISA copre tre ambiti di literacy: lettura, matematica e scienze e ha una periodicità triennale e un’area principale di contenuti in ciascun ciclo. Infatti la ricerca ha investigato le competenze dei quindicenni nella lettura nel PISA 2000, nella matematica nel PISA 2003 e investiga le competenze nelle scienze nel PISA 2006;

− Progetto OCSE PISA 2009 (Programme for International Student Assessment), rappresenta il nuovo ciclo PISA che prevede il main study nel 2009 centrato sulle competenze nella lettura dei quindicenni;

− ENSI 2007 (Environment and Schools Initiatives), partecipazione alla rete internazionale di scuole sull’Educazione Ambientale e sull’Educazione allo Sviluppo Sostenibile per la quale l’INVALSI ha costruito e costruisce strumenti di valutazione. Per tale rete l’’INVALSI è il polo per l’Italia fin dal 1987 e mantiene aggiornato il sito ENSI come punto di riferimento per le scuole italiane della rete;

− IEA PIRLS 2006 (Progress in International Reading Literacy Study 2006), è un’indagine comparativa, promossa dalla IEA, sulla comprensione della lettura dei bambini di nove anni. La ricerca ha il duplice obiettivo di valutare i livelli di comprensione della lettura dei bambini di nove anni di tutti i paesi partecipanti e di comprendere quali fattori interni ed esterni alla scuola influenzano la capacità di lettura e di comprensione del testo scritto. Prosecuzione dell’IEA PIRLS 2001, fa parte di un ampio disegno longitudinale che mira a confrontare, nel tempo, tendenze e mutamenti nell’insegnamento della lettura;

− IEA SITES 2006 (Second Information on Technology in Education Study 2006). Consiste in una valutazione comparativa dell’uso delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione nell’Istruzione (ICT) nella scuola secondaria di I grado. Prevede la rilevazione in campioni rappresentativi di scuole e di insegnanti di matematica e scienze della III secondaria di I grado e la costruzione di indicatori in grado di descrivere la situazione relativa all’uso dell’ICT nella scuola secondaria di primo grado;

− IEA TEDS–M 2008 (Teacher Education and Development Study – Mathematics), promossa dalla IEA, è un’indagine

comparativa sulla prima formazione in matematica degli insegnanti della scuola primaria e dei docenti della scuola secondaria di I grado;

− IEA TIMSS 2007 (the Trend in International Mathematics and Science Study). È un’indagine periodica sugli apprendimenti degli studenti al quarto e all’ottavo anno di scolarità (per l’Italia la IV classe della scuola primaria e la III classe della scuola secondaria di I grado) in Matematica e Scienze per costruire lo stato dell’arte della valutazione in tali discipline e in tali livelli. Nel 2006 il Coordinamento internazionale ha attivato anche il secondo ciclo di misurazione per l’ultimo anno della scuola secondaria di II grado, solo per la matematica specialistica e per la fisica (TIMSS Advanced 2008) per il quale l’indagine principale è prevista per il 2008;

− IEA ICCS 2009 (International Civic and Citizenship Education Study), promossa dalla IEA, ha per obiettivo generale indagare in che modo i giovani, in vari paesi del mondo, sono preparati per svolgere in modo attivo il proprio ruolo di cittadini;

− CIDREE (Consortium of Institutions for Development and Research in Education in Europe), L’INVALSI partecipa alla stesura dello Yearbook 2007 su “Education of children from 4 to 8 years of age”, con un contributo scritto e ad un gruppo di ricerca composto da vari Paesi (Belgio, Austria, Inghilterra, Italia, ecc) per avviare una riflessione comune su questioni connesse con il curricolo.

– IL PON – Piano Operativo Nazionale – e il ruolo dell’INVALSI:

Con riferimento agli obiettivi strategici di servizio descritti nel Quadro Strategico Nazionale (QSN) – documento che individua le strategie nazionali per lo sviluppo, la competitività e la coesione sociale – e in conformità con i benchmark indicati dal Consiglio dei Ministri dell’Istruzione Europea a Bruxelles nel 2003, il PON – Programma Operativo Nazionale – si richiama a due indicatori. Il primo riguarda la diminuzione degli abbandoni scolastici precoci e conseguente aumento del tasso di scolarizzazione per la scuola secondaria superiore, misurato con l’indicatore relativo alla percentuale di giovani (età 18-24 anni), con titolo di studio inferiore al diploma di scuola secondaria superiore e che non partecipa ad altre attività formative. Il secondo concerne il livello delle competenze degli studenti, misurato con una diminuzione della percentuale di studenti 15-enni con un livello basso di competenza nell’area della lettura e della matematica e con un incremento della percentuale di studenti 15-enni che si attestano su livelli alti di competenze.

L’INVALSI riveste un ruolo di supporto nel processo di valutazione e monitoraggio del PON sia nella fase di avvio della programmazione che nella fase di attuazione con la predisposizione del Questionario di Sistema, con la la realizzazione di uno strumento che consenta alle scuole di effettuare un’attività diagnostica atta a favorire una futura progettazione più mirata alle realtà locali e in funzione dello sviluppo dell’autonomia scolastica, con la rilevazione dei risultati delle scuole attraverso indicatori di incremento della qualità del servizio misurabili e comparabili a livello europeo attraverso il riferimento alle modalità di verifica previste per il piano OCSE-PISA, con la predisposizione di strumenti per ulteriori azioni di monitoraggio e di supporto ai processi formativi per l’autovalutazione delle scuole.

Sintesi del “Quaderno bianco” scaricata dal sito del Ministero del Ministero della Pubblica Istruzione

Il prolungato insuccesso nell’avviare un sistema nazionale di valutazione sugli apprendimenti, anche dopo l’avvio del decentramento, è un fattore importante del ritardo italiano. Ha impoverito gli strumenti a disposizione degli insegnanti per orientare la propria attività; ha privato le autorità di governo della scuola della possibilità di apprezzare i risultati del sistema e di fissare operativamente standard di apprendimento; non ha permesso l’adozione di strumenti innovativi per monitorare e favorire i progressi delle singole scuole; ha tolto, assieme alle incertezze sulla credibilità dei titoli, uno strumento di guida per studenti, famiglie e interessi del territorio.

In base all’esperienza internazionale, la limitazione della misurazione degli apprendimenti alle sole conoscenze e competenze misurabili e la sofisticazione dei metodi con cui valutare il contributo della scuola a questi risultati (scontando le origini sociali degli studenti e il contesto territoriale) richiedono che l’utilizzo della valutazione, qualunque esso sia (per azioni rimediali, promozione di voice o exit degli studenti, incentivazione delle scuole e degli insegnanti, integrazione dell’autovalutazione), non avvenga con automatismi. Gli automatismi, specie se perduranti e rigidi nel tempo, tendono a produrre effetti perversi sulla qualità della scuola, quali la distorsione dei contenuti dell’insegnamento, la penalizzazione delle eccellenze e delle situazioni di massimo ritardo, fino all’emarginazione delle sezioni più deboli della popolazione studentesca. E’ tuttavia possibile utilizzare in modo appropriato la valutazione degli apprendimenti e del valore aggiunto della scuola. A questo fine è opportuno:

  • misurare sia conoscenze e abilità, sia competenze;
  • valutare i progressi degli studenti nel tempo, anziché effettuare confronti fra scuole o nel tempo di aggregati studenteschi diversi;
  • assicurare flessibilità e modificabilità nelle regole di impiego dei risultati della valutazione;
  • combinare utilizzi diversi dei risultati, attivando, a un tempo, l’azione rimediale disegnata con insegnanti e scuola, l’incentivo contrattuale e la promozione dell’attivismo da parte degli utenti del servizio;

fornire alle scuole e agli insegnanti un supporto affinché i risultati delle valutazioni divengano parte del miglioramento concreto dell’azione educativa.

I tentativi di costruire un sistema nazionale di valutazione in corso da oltre quindici anni non hanno ancora sortito un risultato. La reazione degli insegnanti non è mancata: in molte realtà, in larga misura del Nord, la realizzazione di percorsi di autovalutazione, la costruzione di reti fiduciarie fra scuole, i rapporti con il tessuto economico territoriale (per gli istituti tecnici e professionali), il ricorso esteso a OCSE-PISA o a valutazioni esterne ad hoc hanno dato impulso e strumenti per indirizzare l’azione formativa e migliorarne l’efficacia. Ma, oltre alla natura territoriale circoscritta, queste esperienze non possono permettere quella verifica e tutela di standard nazionali di apprendimento e quel confronto su dati condivisi che è proprio di un sistema scolastico nazionale. Sono le debolezze che hanno concorso alla sofferenza del sistema italiano.

L’esperienza italiana mostra comunque che:

  • la valutazione (anche esterna) è richiesta dalla maggioranza degli insegnanti, anche se esiste una minoranza contraria che la vede come uno strumento di controllo, anziché un mezzo per migliorare;
  • nelle esperienze locali, dove si manifesta l’autonoma volontà delle scuole di ricorrere alla valutazione, anche esterna, vi è grande attenzione alle modalità di circolazione dei risultati;

l’insuccesso dei tentativi di costruire un sistema nazionale di valutazione è legato in forte misura all’assenza di chiarezza circa il suo utilizzo e ad una sottovalutazione dello straordinario impegno di ricerca, organizzativo e professionale necessario per raggiungere quel risultato; manca una base informativa di riferimento: i risultati delle indagini esistenti non sono tutti facilmente accessibili e in generale si è fatta troppa poca “valutazione degli effetti della valutazione”.

Proposte per un sistema nazionale di valutazione

La maggioranza dei paesi economicamente avanzati è dotata di sistemi nazionali di valutazione. Fino a oggi l’Italia ha fatto eccezione. La proposta del Quaderno, desunta dalle lezioni internazionali e nazionali, mira a creare una discontinuità attraverso la realizzazione graduale ma a tappe predefinite di un servizio la cui credibilità e utilità per scuole e insegnanti, per studenti e territorio, sia rapidamente percepita. La proposta prevede assieme:

  • la realizzazione del sistema nazionale di valutazione incentrato sull’INVALSI, che comprenda due distinte funzioni: sia la realizzazione di una rilevazione nazionale di alto livello tecnico sugli apprendimento, sia un programma permanente di supporto alle scuole per l’analisi e l’utilizzo della valutazione e per l’elaborazione di diagnosi valutative di scuola;
  • il rilancio della ricerca educativa e valutativa (in luoghi autonomi e diversi dall’INVALSI);
  • il consolidamento e la diffusione delle pratiche e reti di diagnosi valutative di scuola (autovalutazione);
  • il rafforzamento della credibilità dei titoli di studio.

L’INVALSI dovrebbe realizzare una rilevazione censuaria e annuale dei livelli di apprendimento, per cinque livelli di scolarità (gli anni 2, 5, 8, 10 e 13 del percorso scolare) e (per cominciare) tre aree disciplinari “di base”, e delle altre informazioni necessarie per la valutazione del valore aggiunto delle scuole.
Sulla base degli esiti della valutazione censuaria verrebbe avviata l’azione di “team di supporto” nazionali, composti da esperti qualificati (con competenze didattiche, di valutazione e relazionali) che, attraverso missioni presso le scuole, prioritariamente quelle con criticità, dovrebbero mettere l’istituzione scolastica nella condizione di: discutere e approfondire i risultati della valutazione nazionale, anche nel confronto con altre valutazioni; favorire il confronto tra scuole e la creazione di reti; elaborare una diagnosi valutativa; individuare obiettivi e azioni per ridurre le criticità e migliorare i risultati. A questi ultimi si aggancerebbero gli interventi innovativi su organizzazione e carriera esposti più avanti. Il flusso di conoscenze che dalle scuole potrà così investire il livello nazionale (componente bottom-up del sistema), incontrandosi con lo sviluppo di nuove metodologie di misurazione e con una ripresa della ricerca, potrà gradualmente creare e consolidare una prassi nazionale di valutazione indispensabile per la scuola italiana.

Pubblicato su Okeanos il 29 maggio 2008